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N° 84

 

GIOCHI PERICOLOSI

 

1.

 

 

            Quando scendo dal taxi, mi è subito chiaro che le cose in ballo sono davvero serie. Washington Square è già stracolma di giornalisti televisivi che si accalcano attorno alle transenne coi nastri gialli della Polizia, io e la mia collega, l’avvenente Candace Nelson, siamo arrivati buoni ultimi, pare.

            Ci facciamo largo tra la folla e quello che vedo mi lascia interdetto: i poliziotti della Scientifica nelle loro tute che li ricoprono da capo a piedi stanno staccando il cadavere di un uomo nudo letteralmente crocefisso ai cancelli di Washington Mews.

-Mio Dio!- si lascia  sfuggire Candace.

-Temo che Dio sia stato lontano da qui stanotte.- replico con voce cupa.

            Mi chiamo Ben Urich e sono un giornalista. Il mio mestiere è raccontare le storie di questa grande e complicata città che è New York e so già che questa non sarà piacevole.

 

            Franklin “Foggy” Nelson, Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York, scende con calma le scale del St. Andrew’s Plaza, sede del suo ufficio, aiutandosi con una stampella, residuo di un incidente di qualche tempo fa, e chiacchierando col suo braccio destro Kathy Malper.

            Improvvisamente un’auto passa davanti a loro, rallenta, i finestrini oscurati si abbassano, le canne di un paio di fucili spuntano.

            Kathy Malper sente una voce gridare:

-Attenta!-

            Una mano la spinge di lato mentre una raffica di proiettili si abbatte vicino a lei. La donna perde l’equilibro e rotola lungo i pochi gradini fino al suolo. Sente più che vedere l’auto degli aggressori allontanarsi a folle velocità. Si guarda intorno e vede un corpo riverso sui gradini.

-Nelson!- urla correndogli vicino -Maledizione, no!-

 

            Ecco una cosa nuova per me: accompagnare la mia compagna ad una visita di controllo dal ginecologo. Anche se Natasha non ama sentirselo ricordare, una gravidanza alla sua età può avere delle complicazioni e lei si è fin troppo strapazzata negli ultimi tempi tra viaggi all’estero e invasioni aliene.[1]

            Posso sentire il battito di Natasha fare un balzo mentre il dottore borbotta una serie di:.

-Uhm.-

            Vorrei poter vedere l’espressione sul suo volto ma purtroppo sono cieco dall’età di 15 anni. Posso basarmi solo sugli altri indicatori come battito e respiro colti dai miei supersensi acquisiti a causa dello stesso incidente che mi ha privato della vista ed è grazie a loro che intuisco la risposta:

-Finora tutto bene, Miss Romanoff, ma le consiglio di non affaticarsi troppo.-

            Natasha fa una risatina nervosa e replica:

-Non sarà facile col mio tipo di lavoro, Dottore.-

-Eppure, se davvero ci tiene che questi gemelli nascano, dovrà rallentare il ritmo.-

            Prima che Natasha possa replicare, il mio cellulare squilla ed io rispondo:

-Matt Murdock.-

-Matt, sono Becky.

            La voce della mia socia e amministratrice del nostro studio legale è decisamente preoccupata e man mano che parla, capisco il perché.

            L’espressione sul mio volto deve essere eloquente perché Natasha mi chiede:

-Che succede, Matt?-

-Guai.- rispondo con voce cupa.

 

 

2.

 

 

            Dejà vu, questa è la sensazione che prova Foggy Nelson mentre il medico gli applica un grosso cerotto e poi una fasciatura alla spalla sinistra. La memoria gli torna a poco tempo fa, quando è stato ricoverato in questo stesso ospedale dopo un incidente stradale e ancora a tempi più lontani quando un commando terroristico quasi lo uccise.[2]

-È stato doppiamente fortunato, Mister Nelson.- gli dice il corpulento dottore afroamericano -Se il suo bastone non avesse deviato la pallottola, ora, nel migliore dei casi, sarebbe in terapia intensiva.-

-E nel peggiore?- chiede Liz Osborn, la fidanzata di Foggy.

-Su un tavolo dell’obitorio.- è la secca replica.

-Sta dicendo che devo la vita all’essermi rotto una gamba quattro mesi fa?- chiede ancora Foggy.

-Sostanzialmente sì, oltre ad altri fattori. Fosse stato in un’altra posizione quando le hanno sparato, le cose sarebbero andate diversamente.-

-Sembra intendersene parecchio di ferite d’arma da fuoco.-

-Ho fatto parecchia pratica come volontario in zone di guerra ed in certi quartieri dove essere ammazzati a colpi di pistola è un’eventualità abbastanza normale.-

            In quel momento entrano due persone: Matt Murdock, il migliore amico di Foggy, nonché, segretamente, il supereroe chiamato Devil, e la sua attuale compagna Natasha Romanoff, meglio nota come la Vedova Nera.

-Foggy... abbiamo appena saputo.- dice Matt -Come stai?-

-Poteva andarmi peggio.- commenta Foggy, consapevole che i supersensi di Matt gli hanno già detto tutto quel che aveva bisogno di sapere sulle sue condizioni fisiche –Se non altro, mi rimandano a casa.-

-Solo perché Mrs. Osborn mi ha assicurato che se ne starà a riposo per qualche giorno.-

-Me ne accerterò personalmente Dottore, stia sicuro.- replica Liz aiutando Foggy a rivestirsi.

            Guarda verso Natasha e sorridendo dice:

-Vedo che voi due avete novità più piacevoli da raccontarci.-

-Oddio, si vede già così tanto?- esclama la Vedova Nera.

-Oh, per me è evidente e scommetto che anche il Dottore l’ha capito. Foggy, invece, temo di no.-

            L’espressione sul volto di Foggy è abbastanza eloquente.

-Che state dicendo? Aspetta un momento, non vorrete mica dire che…-

            Anche il sorriso di Matt è decisamente rivelatore. Infine conferma:

-Sì, Io e Natasha stiamo aspettando due gemelli.-

-Due…? Fate le cose in grande, vedo.-

-Altrimenti che gusto c’è a farle?- replica Natasha.

-Congratulazioni ad entrambi, anche se la parte più dura spetta a Miss Romanoff.- aggiunge Liz.

-Ci voleva un’altra donna per capirmi.- sospira la Vedova -E chiamami Natasha.-

-Scusate la domanda, ma io sono uno vecchio stile: vi sposerete?- chiede Foggy.

-Ehm…-

-Matt ci ha provato a chiedermelo, da bravo ragazzo cattolico qual è, ma gli ho risposto che non ho intenzione di rinunciare alla mia indipendenza. Stiamo bene come stiamo.- replica Natasha.

-Cambiando discorso…- interviene Matt -… idee su chi ti ha sparato?-

-Anche troppe.- replica Foggy -Una qualunque delle organizzazioni criminali di questa città. Credo di aver pestato i piedi a tutte.-

-Ho dei contatti all’interno della mafia russa.- dice Natasha -Posso provare a sentirli.-

-Contatti nella mafia russa?- esclama Liz -Hai davvero delle strane amicizie.-

-Nell’ambiente delle spie è abbastanza normale e poi molti mafiosi russi sono ex agenti segreti o ex membri delle forze speciali. Scandalizzata?-

-Un giorno ti parlerò delle mie bizzarre parentele. Ora scusateci, ma Foggy ha davvero bisogno di riposo.-

            Lui riposerà ma qualcun altro avrà molto da fare stanotte, pensa Matt.

 

            L’uomo che esce dal palazzo sede dell’Ufficio del Medico Legale della Città di New York assomiglia vagamente a Jerry Lewis, e un po’ sovrappeso e indossa un impermeabile che farebbe sembrare quello del Tenente Colombo un capo firmato.

            Mi affianco a lui e lo saluto:

-Salve, Rucker.-

            Il Tenente Terenzio Oliver Rucker capo di una delle squadre dell’Ufficio Controllo Crimine Organizzato del Dipartimento di Polizia di New York, mi guarda senza sorridere. Una battuta che circola su di lui è che non sorrida più dal 1952.

-Non ho nulla da dire alla Stampa, Urich.- mi dice senza cambiare espressione.

-Puoi almeno confermare che il morto di Washington Mews era un pezzo grosso della Mafia albanese?-

 

            Rucker sospira rumorosamente.

-Non hai bisogno della mia conferma per scriverlo su quel fogliaccio per cui lavori.-

-Il Bugle è un giornale serio.-

-Certo, certo.-

-Il modo in cui hanno lasciato il cadavere… era un avvertimento, non è vero? Si profila una nuova guerra tra bande criminali?-

            Rucker sospira ancora ed alla fine dice:

-Il crollo del Coordinatore e di quei pagliacci in costume che lo fiancheggiavano ha creato un vuoto che in parecchi sono decisi a colmare con qualunque mezzo.-

-Il che vuol dire che ci aspettano guai.-

-A carrettate.- conclude Rucker.

 

            Di solito quando entro da Josie’s la prima cosa che capita è che tutti si fanno silenziosi. Per un breve istante trattengono il respiro cercando di capire se sono venuto lì per loro. Stasera non fa eccezione.

            Mi appoggio al bancone con noncuranza. Alle mie spalle la padrona mi dice:

-Per favore, Devil, non rompere niente. Ho appena finito di ristrutturare.-

            Sorrido mentre rispondo:

-Tranquilla, Josie, se tutti faranno i bravi, non ci saranno danni.- poi mi rivolgo agli avventori intorno a me -Oggi hanno sparato al Procuratore degli Stati Uniti Franklin Nelson. Se qualcuno di voi sa qualcosa, meglio che me lo dica subito e si risparmierà qualche dente rotto e una visita dall’ortopedico.-

            Ancora silenzio poi un tizio prende coraggio e parla:

-Qui nessuno sa niente, Rosso, ed anche se lo sapessimo, non lo verremmo certo a dire a te.-

            Sospiro e dico:

-Spiacente, Josie, ma temo che ci saranno dei danni.-

            Cinque minuti e due tavoli rotti dopo so quel che volevo sapere.

 

 

3.

 

 

            Natalia Alianovna Romanova, Natasha Romanoff per gli Americani, si siede davanti al suo computer.

-Sicura di non volerti riposare un po’?- le chiede il suo padrino Ivan Petrovitch.

-Sono solo incinta, Ivan, non sono diventata improvvisamente fragile come una bambola di porcellana, anche se tu sembri pensare il contrario.- replica lei con evidente fastidio.

-Va bene, va bene, ho capito: sei solo incinta e non sai quanto la cosa mi faccia felice.-

-Anche se sono figli di Matt?- ribatte Natasha con una punta di ironia.

            Ivan sbuffa e replica a sua volta:

-Posso anche punzecchiarlo ogni tanto ma so che Murdock è un brav’uomo. Il problema non è lui e lo sai. Scommetto che non gli hai detto la vera ragione per cui hai aspettato finora per avere figli.-

            Natasha si rabbuia in volto.

-Lo saprà. Glielo dirò ma non adesso. Ora dammi una mano con questa ricerca.-

-Ah, io sono un vecchio dinosauro, non ne capisco granché di questi affari.-

-Davvero? In ogni caso, ne sai abbastanza sulla mafia russa. Metà di loro era nei servizi segreti o nelle forze armate e quelli che non conosco io, li conosci tu, quindi fai il bravo: siediti qui accanto a me ed aiutami ad individuare quelli che potrebbero essere qui in America.-

 

            So che sto giocando col fuoco ma che volete farci? La vostra Candace Nelson, reporter d’assalto del Daily Bugle, ama vivere pericolosamente.

                Mio fratello Foggy non approva quasi tutte le mie frequentazioni maschili e l’uomo con cui sono adesso meno di altri. Il suo nome è Robert Hao ed era un supercriminale e capo di una tong[3] di Chinatown. Dice di aver smesso con quella vita ma alla luce di certi recenti avvenimenti non so se posso credergli.

                Ad ogni modo, sono certa che può aiutarmi a sapere ciò che voglio e questo è importante per me, anche se l’esordio non è dei migliori.

-Non ti conviene stuzzicare le Triadi,[4] Candace, non se ci tieni alla salute.- mi dice con tono serio.

-È per questo che ho chiesto il tuo aiuto.- replico -Tu sai molte cose e puoi proteggermi. Quest’inchiesta è importante per me: dicono che sta per scatenarsi una guerra tra bande criminali di proporzioni mai viste prima ed io devo sapere cosa faranno le Triadi.-

                Lui riflette qualche istante poi dice:

-Posso portarti con me in un posto ma ti avverto: se dovessero scoprire che sei una giornalista la tua vita non varrà un soldo bucato.-

-Non mi farò scoprire.- annuisco convinta.

-Bene, allora prepara il tuo vestito più audace e sexy perché ti servirà.-

                Nulla di nuovo insomma.

 

                Mi chiamano l’Uomo senza Paura e mi sta bene. Nel mio tipo di lavoro, quello a cui mi dedico quando indosso il mio costume rosso, è utile avere una certa fama, suscitare timore negli avversari.

            Naturalmente fare un’entrata ad effetto aiuta come capiscono bene i tizi nella stanza in cui piombo sfondando una finestra.

-Devil!- esclama uno di loro, brillante deduzione.

            Estraggono le loro armi e provano a spararmi. Ci provano ma senza molto successo. Uno si becca un calcio in faccia, un altro rimedia una lussazione al polso, un terzo un diretto allo stomaco. Il quarto ed ultimo è il solo che riesce a sparare ma il mio bastone gli fa saltare di mano la pistola deviando il proiettile.

            Recupero il bastone e mi avvicino al tizio.

-Chi ha sparato al Procuratore Nelson?- chiedo con voce dura.

            Prima che qualcuno possa rispondere, i miei supersensi captano qualcosa, un suono che ci metto meno di un secondo a riconoscere.

-Giù!- urlo.

            Mi tuffo sul pavimento un attimo prima che qualcosa esploda sopra la mia testa. Un bazooka? Se non è un attacco di una banda rivale, conosco un uomo capace di una simile mancanza di sottigliezza ma pensavo che fosse ancora a San Francisco.

            Quando qualcuno entra dallo squarcio creato dall’esplosione, sono costretto a cambiare idea. Ritmo cardiaco e del respiro e soprattutto il leggero profumo rendono chiaro che la persona armata fino ai denti non può essere Frank Castle: è una donna

 

 

4.

 

 

            Ufficialmente questo è un party organizzato da un’importante gruppo finanziario/industriale cinese per festeggiare una recente acquisizione o qualcosa di simile, ufficiosamente è il paravento per una riunione delle più importanti Triadi di New York. La mafia cinese ostenta la sua forza.

                All’ingresso Robert Hao garantisce per me. Un rapido scambio di parole con qualcuno all’interno tramite auricolare e i due tizi davanti alle porte, le cui ampie giacche non nascondono il rigonfiamento delle pistole in una fondina ascellare, ci lasciano passare. Il che potrebbe voler dire due cose: o nonostante sia uscito dal giro come dice di aver fatto, gode ancora di un certo prestigio o in realtà è ancora uno di loro. In ogni caso è un pensiero inquietante.

                Ho fatto come mi ha detto Robert ed ho messo il mio vestito più sexy e provocante. Devo dire che faccio decisamente la mia figura quando entro nel salone al suo fianco.

                A quel che vedo, non sono la sola occidentale presente: tutte belle ragazze, tutte molto giovani, tutte al fianco di un cinese impeccabilmente vestito. Non ci vuole molta immaginazione per capire che sono quasi tutte escort d’alto bordo, presumibilmente inviate dalla stessa agenzia. Suppongo che sia il ruolo che devo recitare anch’io e che pochi dei presenti gradirebbero scoprire che in realtà sono una giornalista.

-Sorridi, Candace, e andrà tutto bene.- mi sussurra in un orecchio Bobby ed è esattamente quello che faccio.

                Mio fratello Foggy direbbe che mi piace vivere pericolosamente e disapproverebbe questa mia iniziativa. Anche Ben Urich la disapproverebbe ed è per questo che non ne ho informato nessuno dei due.

                Ci aggiriamo tra gli invitati ed io faccio del mio meglio per memorizzare ogni faccia. Ascoltare le conversazioni non mi serve a niente, sono tutte in Cinese, ma ho un mini registratore negli orecchini e magari più tardi posso far sentire tutto ad Angela Yin,[5] chissà che non ci cavi qualcosa.

                Un uomo anziano e minuto si avvicina a noi fiancheggiato da due guardie del corpo. Mi ignora ostentatamente e si rivolge a Robert che fa un deferente inchino. Della loro conversazione capisco solo due cose: Hao Xudong e Chaka.

-Aspetta qui e cerca di divertirti.- mi dice.

-E tu che farai?- gli chiedo.

                Non mi risponde e segue l’uomo anziano in una stanza vicina. Non so a che gioco stia giocando ma non sono affatto sicura che mi piaccia.

 

                Decisamente la situazione non mi piace: la donna che è appena entrata dallo squarcio nella parete ha il battito accelerato a causa dell’adrenalina ed è pesantemente armata. Credo di sapere chi sia: Lynn Michaels, un ex poliziotta che, disillusa dal sistema, ha deciso di seguire l’esempio di Frank Castle, una sorta di groupie del Punitore insomma, che è un pensiero davvero inquietante. Per un bel po’ di tempo era scomparsa, poi, non molto tempo dopo che il Punitore si è trasferito sulla Costa Ovest, è ricomparsa: bionda, vestita come lui, fredda e spietata coi criminali che incontra, la chiamano, con scarsa fantasia, la Punitrice. Nessuno sa perché ha deciso di ricominciare, forse è come una droga per lei: ha provato a disintossicarsi ma ha avuto una ricaduta.

            Sia come sia, non posso lasciarla fare. Mi rialzo di scatto e mi frappongo tra lei e i piccoli criminali che ero venuto ad interrogare.

-Non lo faccia, Agente Michaels.- le dico -Non è prendendo la giustizia nelle sue mani che risolverà le cose.-

-Togliti di mezzo, Devil!- mi intima con voce dura -Questa feccia non merita la tua pietà. Uccidono, rubano, spacciano droga davanti alle scuole e se vengono arrestati, il giorno dopo sono di nuovo fuori su cauzione. Il sistema fa acqua ma la mia giustizia è definitiva.-

            Lo stesso ragionamento di Castle. Inutile parlarle di giusto processo e di diritti degli accusati, è ovvio.

-E se non mi sposto, Agente Michaels?- ribatto usando deliberatamente il suo vecchio grado -Che farà allora? Uno dei dogmi di Frank Castle è di far male solo ai criminali. Sparerà anche a me, Agente Michaels?-

-Smettila di chiamarmi così! Io sono la Punitrice e se ti ostini a difendere questa gente, per me sei come loro.-

            Sento il suo dito accarezzare nervosamente il grilletto dell'Uzi che ha nella mano destra. Mi sparerebbe davvero? Siamo destinati a non saperlo mai.

            Il mio superudito ha colto un rumore alle mie spalle, quello di un proiettile che scivola nella canna di una pistola.

            Mi giro di scatto e lascio andare il mio bastone disarmando uno degli uomini alle mie spalle. Nello stesso tempo Lynn Michaels spara.

-No!- urlo.

            Troppo tardi. Posso solo togliermi in fretta dalla linea di tiro mentre una raffica di proiettili falcia gli uomini alle mie spalle.

            Sento le loro urla, l’odore del sangue che sgorga dalle loro ferite e il loro cuore che cessa di battere. Ho fallito.

 

            In un lussuoso ma non pretenzioso attico di Park Avenue un uomo dai capelli e folti baffi grigi dal fisico ancora in ottima forma vestito con un maglione rosso e pantaloni scuri si avvicina ad una scrivania dove un’attraente donna dai lunghi capelli rossi è impegnata con un computer e le porge una tazza di the.

-Trovato qualcosa, Zarina?- le chiede.

            Natasha Romanoff, la Vedova Nera, scuote la testa.

-Non molto, Ivan.- ammette -Mi sono collegata a tutti i database a cui mi dà accesso la mia priorità S.H.I.E.L.D. e posso dire di aver scaricato l’intera mappa del Crimine Organizzato negli Stati Uniti ma devo ancora sistemare questi dati in qualcosa che abbia senso… senso per me, voglio dire ed è proprio qui che mi serve il tuo aiuto.-

-Sei davvero sicura di volere l’aiuto di questo vecchio rudere?- ribatte Ivan Petrovitch.

-Il tuo atteggiamento potrà ingannare gli altri ma io so che eri uno dei migliori ingegneri russi e che hai aiutato a realizzare dei software in uso dal F.S.B. [6] e dal S.V.R.[7] ancora oggi.-

            Ivan si concede un sorrisetto.

-Ah, ecco spiegato tutto: vuoi violare i database dei tuoi vecchi datori di lavoro. Non ti basta lo scherzetto ai danni di Menikov?-[8]

-Quello era divertimento, questo è lavoro.- ribatte Natasha alzandosi e massaggiandosi la schiena -Mi interessano solo i dati sulle mafie slave e del Caucaso.-

-L’informatica non è esattamente il mio campo ma vedrò cosa posso fare. Tu che farai, invece?-

-Mi sdraierò per un po’. Ho le reni a pezzi. La gravidanza non è tutta rose e fiori, sai?-

            Ivan l’abbraccia.

-E questo perché?- chiede lei.

-Per ricordarti che io sono sempre al tuo fianco.

            Natasha sorride.

 

 

5.

 

 

            Mi rialzo in piedi in mezzo alla carneficina fatta dalla donna davanti a me.

-Non voglio combattere con te, Devil, stiamo dalla stessa parte.- dice.

-Dovrai farlo, Punitrice.- ribatto -Perché io non sto mai dalla parte degli assassini.-

-Speravo che non lo dicessi.-

            Solleva il suo Uzi e me lo punta al petto. Il suo battito cardiaco aumenta il ritmo come la sua sudorazione. Potrei disarmarla facilmente prima che spari ma decido di aspettare ed il mio azzardo paga.

-Al Diavolo!- esclama -Non posso farlo.-

            Abbassa la mitraglietta, poi il suo battito accelera di colpo. Afferra qualcosa dalla cintura e lo lascia cadere a terra

            Le chiamano granate flash bang o stordenti. Emettono un’intensa luce ed un forte rumore che confonde l’avversario consentendo di neutralizzarlo senza procurargli danni fisici. La luce non può danneggiare chi è già cieco ma il rumore manda in tilt il mio superudito.

            Cado a terra portandomi le mani alle orecchie. Non dura molto ma quando mi riprendo la Punitrice è sparita.

 

            Mentre mi sto guardando intorno sento un’improvvisa voce alle mie spalle:

-Spero che si stia divertendo Miss…-

            Mi volto di scatto e mi trovo davanti un bell’uomo sui trent’anni, Cinese ovviamente, completo blu scuro, camicia bianca cravatta regimental, il tutto di gran marca ovviamente, comprese le scarpe.

            Mi sorride, consapevole di essere stato appena sottoposto ad un esame e di averlo superato. Magari è un gangster ma ha stile.

-Mi chiamo Martin Li, con la “i” non la doppia “e”.- si presenta -Vedo che il suo accompagnatore l’ha lasciata sola Miss… lei è in vantaggio su di me: sa il mio nome ma io non conosco il suo.-

-Anna Dare.- rispondo.

            Mia madre inorridirebbe nel sapere che sto usando il suo nome per farmi passare per una prostituta di lusso, ma del resto molte cose che faccio fanno già inorridire mia madre, una di più non fa molta differenza.

-Robert doveva discutere di affari, credo.- aggiungo.

-Con il 489, ho visto.-

-Con il cosa?- esclamo.

            Li accenna un sorriso e mi spiega:

-Le Triadi usano la numerologia dell’I Ching[9] per designare la loro gerarchia. Il 489 è il Signore della Montagna, la Testa del Drago, il capo riconosciuto di una Triade.

-Capisco. E lei che numero è?-

                Li scoppia in una risata.

-Oh no, no!- replica -Io sono solo un modesto uomo d’affari che cerca di rendere Chinatown un posto migliore. Purtroppo nella mia posizione sono spesso costretto a trattare con gente che voi occidentali trovereste… discutibile.-

                Sembra sincero ma ci si può fidare?

-Capita anche a noi occidentali, mi creda, Mr. Li.- gli dico.

-Ma parliamo di cose decisamente più piacevoli… come lei, Miss Dare: cosa fa quando non… tiene compagnia ad uomini facoltosi?-

                Stavolta sono io a scoppiare a ridere. Questa mascherata comincia a divertirmi.

-Le interessa davvero saperlo?- replico -E se le dicessi che studio?-

-Confermerebbe la mia impressione che lei sia una ragazza intelligente, Miss Dare.-

                Quest’uomo comincia davvero a piacermi.

 

                Il posto è un bungalow da qualche parte nelle Isole Hawaii. L’uomo che raggiunge la veranda sembra molto piccolo rispetto a quello seduto su una sedia che sembra sopportare a malapena il suo peso. Monumentale potrebbe essere l’aggettivo giusto per descriverlo.

-Novità, Wesley?- chiede senza nemmeno voltarsi verso il nuovo arrivato.

-A New York si sta preparando una nuova guerra tra bande.- risponde il piccoletto -La caduta del Coordinatore ha fatto crollare tutti gli equilibri e si sussurra che Hood…-

-Buffoni in costume.- commenta, sprezzante, l’uomo dal fisico imponente -Ho sempre saputo che sono inaffidabili.-

-Cosa intende fare, signore?-

-Nulla almeno per ora, Wesley, il momento di agire non è ancora arrivato.-

            Ma verrà presto. Wilson Fisk se lo sente ed in questo genere di cose l’uomo che chiamano Kingpin non sbaglia mai.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Cosa dire di quest’episodio? Poche, rapide, note:

1)    Lynn Michaels,la Punitrice, è stata creata da Chuck Dixon & John Romita Jr. su Punisher War Zone Vol. 1° #7 datato settembre 1992.

2)    Martin Li è un personaggio creato da Dan Slott & Phil Jimenez sul Free Comic Book Day (Spider-Man) datato maggio 2007. Quanto la versione MIT sia simile a quella USA lo scopriremo col tempo.

            Nel prossimo episodio: l’escalation continua e Devil dovrà affrontare un sacco di guai, ma che c’è di nuovo in questo?

 

 

Carlo



[1] Come visto negli ultimi episodi e su The Others #48, Vendicatori Segreti #29 e Vendicatori #99/100.

[2] È accaduto nientemeno che su Daredevil Vol. 1° #108 (In Italia su Devil, Corno, #114/115).

[3] Setta del crimine organizzato cinese.

[4] Organizzazione criminale cinese paragonabile ad una famiglia mafiosa.

[5] Reporter cinoamericana del Daily Bugle.

[6] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza interna della Federazione Russa

[7] Sluzhba Vneshney Razvedki, Servizio Informazioni dall’Estero.

[8] Per sapere cosa Natasha abbia fatto a Vladimir Menikov, il direttore del F.S.B. leggete Vendicatori Segreti #29.

[9] Il Libro dei Mutamenti, ritenuto comunemente il primo dei testi classici cinesi.